domenica 1 ottobre 2017

Madore in Filo/fest: il dono di Tolstoj (e non solo ...)

                    Un grazie speciale a Pippo Furnari, Augusto Cavadi,  Alberto Biuso, Orlando Franceschelli e Giorgio Gagliano che hanno animato a Lercara Friddi, dal 29/9 all’1/10, il week-end di Filosofia per non filosofi. 
Dal volantino di presentazione, il senso dell'iniziativa:
"La filosofia è una materia scolastica che può piacere o meno (...). Ma, nella sua essenza, è desiderio di capire sé stessi, il mondo, la società; di ragionare con la propria testa; di agire liberamente e responsabilmente nella storia. In questo senso è un diritto-dovere di ogni persona umana, indipendentemente dai titoli di studio e dall'età.  Questa I edizione del Festival della filosofia-di-strada vuole essere un’occasione per far assaporare la filosofia come occasione di crescita civile per tutti e per tutte."
    Anima e corpo dei numerosi partecipanti si sono deliziati con passeggiate filosofiche, tavole rotonde, meditazioni condivise e ... ottime specialità della cucina di Lercara.



                                          Passeggiata Filosofica a colle Madore


                                                   La tavola rotonda a Palazzo Sartorio

      Qui la splendida riflessione riproposta da Orlando Franceschelli, a partire da un breve testo di Tolstoj, da lui ribattezzato Il dono di Tolstoj, in linea con la tavola rotonda su “Il dono: ricchezza per chi dà o per chi riceve?”

        Non potrei più rinviare e temporeggiare. Inutile esitare e riflettere più a lungo su ciò che ho da dire. La vita non aspetta. La mia esistenza è già sul declino e a ogni istante può spegnersi. Se posso ancora rendere qualche servizio agli uomini, se posso farmi perdonare i miei peccati, la mia vita oziosa e sensuale, è soltanto insegnando agli uomini, miei fratelli, ciò che mi è stato dato di comprendere più chiaramente di loro; ciò che da molti anni mi tormenta il cuore. Tutti gli uomini sanno, come me, che la nostra vita non è quella che dovrebbe essere, e che reciprocamente ci rendiamo infelici. Sappiamo che per essere felici e per rendere felici gli altri bisogna amare il prossimo come noi stessi e, se ci è impossibile fargli ciò che vorremmo ci fosse fatto, almeno non gli facciamo ciò che non vogliamo sia fatto a noi.
          È quel che insegnano le religioni di tutti i popoli e la ragione e la coscienza di ognuno di noi comandano. La morte dell’involucro corporeo che ogni momento ci minaccia, ci richiama al carattere effimero di tutti i nostri atti; così l’unica cosa che possiamo fare e che può procurarci la felicità e la serenità, è obbedire ogni momento a ciò che la nostra coscienza ci comanda, se non crediamo alla rivelazione; a obbedire all’insegnamento di Cristo, se ci crediamo. In altri termini, se non possiamo fare al prossimo ciò che vogliamo sia fatto a noi, almeno non gli facciamo ciò che non desideriamo per noi. Sebbene tutti conosciamo da molto tempo questa verità, invece d’attuarla gli uomini uccidono, rubano, violentano.
        Così, invece di vivere nella gioia, nella tranquillità e nell’amore, essi soffrono, penano e non provano che odio o paura gli uni per gli altri. Dappertutto, su tutta la terra, gli uomini cercano di dissimularsi la loro vita insensata, di dimenticarsi, di soffocare la loro sofferenza, senza potervi riuscire … (da "Avvenire" del 29.9.16, dove continua il testo)

                                           Particolare della vecchia miniera di zolfo

Oggi pomeriggio infine, dopo la convincente dissertazione di Alberto Biuso su “La taranta: musica, dolore e riscatto”, accompagnata al violino da Giorgio Gagliano e dalla voce di Federica Mantero, Linda Mongelli ci ha offerto dal vivo il ballo della taranta:


4 commenti:

  1. Adoro Tolstoj, i suoi romanzi hanno una magia senza pari. Questa estate ho letto Guerra e Pace: ho passato due mesi intensissimi in compagnia di Pierre, Andrej, Natasha e tutti gli altri innumerevoli personaggi.
    Non conoscevo questo testo. L'ho trovato eccezionale, come tutti i suoi scritti.
    Curioso il fatto che proprio lui, a cui dobbiamo essere grati per averci donato tra le più alte pagine della letteratura, fosse convinto di aver trascorso una vita oziosa. La grandezza molto spesso si vede anche dall'umiltà di una persona.

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    1. Ciao, Vele. Spero di leggerlo, prima o poi, Guerra e Pace. Tolstoj è un gigante, a livello umano e letterario.

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  2. Tutto molto suggestivo, già dalla tua sapiente sintesi: pensieri, parole, luoghi e suoni che attingono e riemergono dalle migliori profondità interiori. Quanta bellezza! Complimenti agli organizzatori, agli ospiti, ai partecipanti e ovviamente alla bravissima reporter.

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    1. Ciao DOC. Grazie della condivisione e dell'apprezzamento. Buona giornata.

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