martedì 8 novembre 2016

Vince ... il peggiore?

     I meno giovani ricorderanno ciò che avvenne nelle elezioni presidenziali americane del 2000: vinse il repubblicano George W. Bush contro il vicepresidente democratico uscente Al Gore. In termini di voto popolare prevalse quest'ultimo, ma i voti elettorali, 271 contro 266, furono favorevoli a Bush. La proclamazione del vincitore venne rinviata per molti giorni, poiché in Florida fu necessario ricontare i voti, addirittura a mano (fonte: wikipedia)

Massimo Messina (che ringrazio) ha proposto in Fb un interessante articolo, tratto dal quotidiano britannico The Guardian, in cui l’autore, Oliver Burkeman, discetta dell’effetto Dunning-Kruger, la distorsione cognitiva a causa della quale una persona incompetente lo è a tal punto da non accorgersi di esserlo.  “Il fenomeno probabilmente è vecchio quanto l’umanità, ma leggendo o guardando le notizie più recenti in arrivo da entrambe le sponde dell’Atlantico è difficile non pensare che stiamo superando una qualche soglia. Gli storici del futuro potrebbero riferirsi alla nostra epoca come a quella di Dunning-Kruger. Il caso più ovvio, neanche a dirlo, è quello di un certo misogino protofascista che vorrebbe diventare presidente degli Stati Uniti. Il problema non è solo che non saprebbe governare, ma che non se ne rende conto. Anche i politici britannici tanto sicuri di poter gestire il risultato del referendum sulla Brexit – da Cameron a Gove e da Johnson a May – sembrano corrispondere a questa descrizione." (da qui)
Allora non siamo per niente certi che stanotte negli USA vincerà il candidato migliore … 
E condividiamo le parole di Lucianina Littizzetto, domenica scorsa 6 novembre, a “Che tempo che fa”: “Ma con tutti i milioni di americani non era possibile trovare due candidati migliori della Clinton e di Trump?”

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