giovedì 5 maggio 2016

Ei fu …

             “Ei  fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro”: questo l’incipit della poesia “Il 5 maggio”, che però fu scritta dal Manzoni dopo il 17/7/1821, quando, attraverso “La Gazzetta di Milano”, arrivò in Lombardia la notizia della morte di Napoleone, avvenuta appunto il 5/5 a sant’Elena. La lirica, composta da versi settenari, ha un fascino particolare: alla fine di ogni verso dispari c’è una parola sdrucciola, alla fine dei versi  pari una piana, mentre l’ultimo verso ha una parola tronca di rima spesso uguale. Nell’oggi “liquido” e confuso, ci manca il talento manzoniano nel tratteggiare magistralmente personaggi che hanno lasciato un’impronta nella società; ci mancano soprattutto la sua riflessione sul valore educativo dell’opera d’arte, finalizzata a una maggiore comprensione della verità storica, e la sua interessante poetica, secondo cui la letteratura dovrebbe avere il vero come soggetto, l’utile come scopo e l’interessante come mezzo.
                                                                             Maria D’Asaro: “Centonove” n.18 del 5.5.2016


Ei fu. Siccome immobile, 
dato il mortal sospiro, 
stette la spoglia immemore 
orba di tanto spiro, 
così percossa, attonita 
la terra al nunzio sta, 

muta pensando all’ultima 
ora dell’uom fatale; 
né sa quando una simile 
orma di piè mortale 
la sua cruenta polvere 
a calpestar verrà. 

Lui folgorante in solio 
vide il mio genio e tacque; 
quando, con vece assidua, 
cadde, risorse e giacque, 
di mille voci al sonito 
mista la sua non ha: 

vergin di servo encomio 
e di codardo oltraggio, 
sorge or commosso al subito 
sparir di tanto raggio; 
e scioglie all’urna un cantico 
che forse non morrà. 

Dall’Alpi alle Piramidi, 
dal Manzanarre al Reno, 
di quel securo il fulmine 
tenea dietro al baleno; 
scoppiò da Scilla al Tanai, 
dall’uno all’altro mar. 

Fu vera gloria? Ai posteri 
l’ardua sentenza: nui 
chiniam la fronte al Massimo 
Fattor, che volle in lui 
del creator suo spirito 
più vasta orma stampar.

La procellosa e trepida 
gioia d’un gran disegno, 
l’ansia d’un cor che indocile 
serve pensando al regno; 
e il giunge, e tiene un premio 
ch’era follia sperar; 

tutto ei provò: la gloria 
maggior dopo il periglio, 
la fuga e la vittoria, 
la reggia e il tristo esiglio; 
due volte nella polvere, 
due volte sull’altar. 

Ei si nomò: due secoli, 
l’un contro l’altro armato, 
sommessi a lui si volsero, 
come aspettando il fato; 
ei fe' silenzio, ed arbitro 
s’assise in mezzo a lor. 

E sparve, e i dì nell’ozio 
chiuse in sì breve sponda, 
segno d’immensa invidia 
e di pietà profonda, 
d’inestinguibil odio 
e d’indomato amor. 

Come sul capo al naufrago 
l’onda s’avvolve e pesa, 
l’onda su cui del misero, 
alta pur dianzi e tesa, 
scorrea la vista a scernere 
prode remote invan; 

tal su quell’alma il cumulo 
delle memorie scese! 
Oh quante volte ai posteri 
narrar sé stesso imprese, 
e sull’eterne pagine 
cadde la stanca man! 

Oh quante volte, al tacito 
morir d’un giorno inerte, 
chinati i rai fulminei, 
le braccia al sen conserte, 
stette, e dei dì che furono 
l’assalse il sovvenir! 

E ripensò le mobili 
tende, e i percossi valli, 
e il lampo de’ manipoli, 
e l’onda dei cavalli, 
e il concitato imperio, 
e il celere ubbidir. 

Ahi! Forse a tanto strazio 
cadde lo spirto anelo, 
e disperò; ma valida 
venne una man dal cielo 
e in più spirabil aere 
pietosa il trasportò; 

e l’avviò, pei floridi 
sentier della speranza, 
ai campi eterni, al premio 
che i desideri avanza, 
dov’è silenzio e tenebre 
la gloria che passò. 

Bella Immortal! benefica 
Fede ai trionfi avvezza! 
scrivi ancor questo, allegrati; 
ché più superba altezza 
al disonor del Golgota 
giammai non si chinò. 

Tu dalle stanche ceneri 
sperdi ogni ria parola: 
il Dio che atterra e suscita, 
che affanna e che consola, 
sulla deserta coltrice 
accanto a lui posò. 

3 commenti:

  1. Tutta a memoria, alle scuole medie si faceva così :)
    Mi sono resa conto di avere dimenticato parecchi pezzi...
    La ripasso ;)
    Buona domenica :**

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    1. @Santa S.: e pare che esercitare la memoria facesse bene ai neuroni! Buona settimana. Un abbraccio.

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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