domenica 24 maggio 2015

Il Piave mormorò ...

Subito dopo lo scoppio della I guerra mondiale (agosto 1914), in Italia si erano formati due schieramenti: i neutralisti e gli interventisti
Al gruppo dei neutralisti appartenevano i socialisti, i quali ritenevano che la guerra fosse voluta dalle grandi potenze europee imperialiste e capitaliste, ma il loro schieramento era isolato e la loro posizione era indebolita dalle posizioni interventiste dei socialisti europei; i cattolici, che seguivano l'orientamento dato dal pontefice che si schierò contro la guerra, anche se rimaneva ancora il contrasto tra l'obbligato neutralismo dettato dalla Chiesa e la lealtà allo Stato di cui facevano parte; i giolittiani, i quali sostenevano che l'Italia non era preparata a sostenere una guerra che sarebbe durata molto tempo e richiesto numerose risorse economiche e militari. Giolitti riteneva che l'Italia avrebbe potuto ottenere numerosi vantaggi senza la guerra, indicando l'opportunità di contrattare la neutralità come se fosse una vittoria. 
Allo schieramento degli interventisti appartenevano gli "interventisti democratici" e i "socialisti riformisti", sostenitori i primi di una pronta cessione delle terre irredente mentre i secondi ritenevano che solo sconfiggendo gli imperi centrali si potevano sostenere le aspirazioni di indipendenza nazionale e di democrazia dell'Europa intera. Un ruolo importante fu dato dagli esponenti del sindacalismo rivoluzionario guidato da Mussolini, che, criticando la posizione dei socialisti italiani, credeva nella prospettiva rivoluzionaria generata dalla sconfitta degli imperi centrali; i nazionalisti che vedevano nella guerra la possibilità di sostenere le ambizioni espansionistiche; i liberali conservatori, che vedevano nella guerra la possibilità di dare al parlamento poteri straordinari tali da annullare le riforme giolittiane, inoltre ambivano a riottenere i territori del Trentino e Trieste e a far acquistare all'Italia lo status di grande potenza. (da qui).
100 anni fa, il 24 maggio 1915, anche l’Italia entrò in guerra, dopo un disinvolto girotondo di alleanze. La guerra, definita inutile strage dal papa Benedetto XV, causò nel nostro paese 651.000 morti tra i militari e un numero quasi pari tra i civili (589.000) (da qui)

(Della prima guerra mondiale so tantissime cose, perché mio nonno l'ha combattuta in trincea ed è tornato vivo. Ma quando mi raccontava del rancio, della ferita che gli ha salvato la vita, della parola d’ordine che una volta ha dimenticato col rischio di essere freddato da una fucilata, io avevo solo dieci anni, non prendevo appunti e non avevo un blog.
Vorrei tanto che la guerra diventi al più presto un tabù, come il cannibalismo e l’incesto.)

2 commenti:

  1. Mi auguro che i futuri nonni abbiano esperienze meno scabrose, da raccontare ai loro nipoti. E che nè il Piave, nè altri fiumi, siano mai testimoni di simili aberrazioni. Un pacifico abbraccio.

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  2. Eh, purtroppo temo che la creazione del nuovo tabù non sia imminente...
    Mi dispiace tanto che i miei nonni siano morti troppo presto perché potessi chiedergli di raccontarmi le loro storie di guerra.

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