sabato 14 febbraio 2015

Incontri terapeutici a quattro zampe

Dipsy, un cagnolino che ha vissuto con me otto anni, e Felicetta, una gattina che accudisco quando i suoi “custodi” sono assenti, mi hanno fatto sperimentare la valenza “curativa” dell’incontro con un animale domestico. Incontri terapeutici a quattro zampe (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2014, € 14,00), saggio a più voci curato da Aluette Merenda,  ci offre le chiavi di lettura per comprendere le ragioni del valore terapeutico degli animali d'affezione nei diversi contesti di cura. Nella presentazione il prof. Giovanni Salonia, luminare della Gestalt Therapy italiana e internazionale, ci ricorda che è “il tatto, ovvero il toccare e l’essere toccati, a far accadere il contatto con l’altro”. E poiché: “La relazione terapeutica, nel suo intimo accadere e trasformare, è esperienza di intercorporeità (di corpi-tra-corpi che interagiscono), e soltanto le parole generate dal corpo e che raggiungono un altro corpo creano relazione e diventano cura”, allora gli animali:  “custodi e maestri dell’incontro tra corpi che è fondamento e garanzia di ogni altra interazione (…) sono anche co-terapeuti (…) quando permettono di entrare in contatto con il cervello rettiliano (spesso atrofizzato) e aprono la strada giusta per incontrare l’altro nell’intimità e nella vulnerabilità del suo sentire”.
Il libro è un felice intreccio tra pagine “tecniche” e pagine “narranti” che ci offrono il toccante racconto di alcune storie cliniche. Le prime, in modo semplice e chiaro, spiegano i nuclei teorici fondamentali della zooantropologia – la disciplina scientifica che, grazie all’ausilio dell’indagine etologica, studia e descrive l’interazione uomo-animale – e danno contezza della sua applicazione in alcuni particolari contesti: quello didattico, quello assistenziale e quello clinico; le seconde, ci mostrano in modo commovente il tanto silenzioso quanto efficace “lavoro co-terapeutico” di alcuni animali, quali il cane, il gatto, il cavallo, l’asino. Tra queste storie, spiccano quelle di due cani: Fey, femmina di Rottweiler, che interagisce con una ragazzina, e Carlomio, Pastore meticcio maremmano, protagonista di uno ”speciale” incontro terapeutico con una giovane donna.
Sia le riflessioni teoriche che il resoconto delle sperimentazioni cliniche sono attraversate da un assunto di fondo, che i vari autori desiderano evidenziare e comunicare al lettore: l’animale non va mai reificato, strumentalizzato o antropomorfizzato. Marcello Lo Brutto, allevatore di cani da utilità, ci ricorda tra l’altro che un’eccessiva umanizzazione del cane è il peggior torto che gli si può fare. Inoltre gli autori sono concordi nell’affermare che il rapporto uomo/animale da compagnia (la cosiddetta Pet ownership) deve essere “una relazione che va oltre il concetto di animale inteso come proprietà, oggetto o bene posseduto”  e deve invece “privilegiare la dimensione della tutela, della responsabilità e della cura”. Così intesa, la Pet ownership non ha davvero alcuna controindicazione. Anzi “Quando ci prendiamo cura di un cane ascoltiamo le emozioni che questo rapporto suscita in noi, siamo più sensibili alle nostre parti istintuali e tendiamo a ritrovare una coerenza tra i significati dei messaggi non verbali che vengono scambiati e le nostre intenzioni”.
Aluette Merenda sottolinea poi come la Gestalt Animal Assisted Psycho-therapy (GAAP) esalti i principi di base della Terapia della Gestalt, offrendo una particolare “opportunità di incontro tra il paziente, l’animale e il terapeuta, dove ‘l’animal assistant’ attiva la possibilità di un insight rispetto alla qualità e alla natura del contatto in quel determinato momento presente e dentro una relazione” in quanto è “capace di entrare costantemente in sintonia con il nostro respiro, la nostra energia, i nostri movimenti”. Perché, come ha ricordato il prof. Salonia - questa volta nella presentazione pubblica del libro, l’8 gennaio scorso a Palermo, presso la libreria “Macaione” – se abbandoniamo il linguaggio dei sensi, perdiamo la specificità e la pienezza del nostro essere umani: “l’animale (e il bambino) chiedono all’adulto di collocarsi nella terra di tutti, là dove il potere è sottratto all’arroganza delle parole ed è ricondotto alla sua fonte sorgiva: come frecce senza direzione e senza energia, le parole non raggiungono nessun corpo se staccate dai sensi, dalle vibrazioni, dalla vita. Nella terra di tutti (…) sono i bambini e gli animali i maestri dell’incontro tra corpi, del toccare che è parlare, dell’intendersi, senza dominarsi”.
Benvenuta, allora, la lettura di Incontri terapeutici a quattro zampe: libro davvero prezioso per tutti, perché “se non proviamo una certa affinità con il cane, con gli alberi, con la natura (…) difficilmente abbiamo la consapevolezza di essere comunque umani”.
                                                                           Maria D’Asaro:  "Centonove” n. 6 del 12.2.2015

8 commenti:

  1. post molto interessante. tornerò a commmentare volentieri. :)

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  2. cosa non fanno gli animali altri per noi...

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  3. Preziosissimo mia cara ..l'ho letto e l'ho sperimentato su me stessa ..senza di loro non avrei superato molte cose veramente dure!
    Bacio temporalesco!

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  4. è proprio così le creaturine domestiche ci danno affetto e molta compagnia, inoltre ci proteggono dai cattivoni.
    Se non avessi Teo (cane) e (Doroty) gatta in questo periodo non so proprio come farei, loro capiscono prima di me quando non sto bene di salute, immediatamente diventano miei custodi e non si allontanano mai, pensa che fanno fatica ad uscire per i loro bisognini talmente sono responsabili...ma quando guarisco se scatenano.
    Un'altro beneficio lo trovo con le creature verdi, mi piace andare nel bosco e ascoltare il respiro del cosmoclima, il pensiero vola e la pace arriva.
    Cari cosmoabbracci !!!

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  5. Un argomento che tocca chiunque ami questi preziosi compagni di casa e i vita.

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  6. Sicuramente la presenza di animali può avere effetti terapeutici. L'importante è che il rapporto non diventi a sua volta patologico, però!

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  7. E' vero, vivere insieme agli animali è terapeutico, ma non solo: secondo me è anche molto istruttivo. Si imparano tante cose sulla vita dei nostri amici quattrozampe e spesso ci si ritrova a fare i conti con un istinto che credevamo ormai sopito in noi esseri "senzienti"!

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  8. @Giovanni, Costantino: grazie della visita e dell'apprezzamento! Un caro saluto.
    @Santa S.: azzeccata la definizione di "animali altri" ... Un abbraccio.
    @Nella Crosiglia: chi li ha (avuti) accanto sa quanto aiuti la loro presenza a stemperare i momenti brutti ... Un abbraccio.
    @Pippi: sono convinta che Teo e Doroty siano compagni preziosi. Ti invio mari di cosmoabbracci! Un abbraccio, a presto.
    @Alfa: il libro mette in guardia dall'"umanizzazione" o dal rendere quasi oggetto l'animale domestico, cosa davvero sbagliata, come da te opportunamente sottolineato. Saluti!
    @Vele Ivy: nella tessera della vita si acquistano un sacco di punti se si sa convivere con amici a quattro zampe! Un caro saluto.

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