lunedì 15 aprile 2013

Perdonaci, Iqbal


    
   
Iqbal Masih
Quest’anno avrebbe compiuto 30 anni. Ma Iqbal Masih fu assassinato a 12 anni, il 16 aprile 1995. Iqbal era un ragazzino pakistano che, dopo aver lavorato in condizioni di schiavitù in una fabbrica di tappeti dall’età di 5 anni, dal 1992 divenne una sorta di sindacalista in erba contro lo sfruttamento del lavoro minorile e tenne anche delle conferenze internazionali per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sui diritti negati ai bambini del Pakistan. Anche grazie a lui, si è riacceso nella società il dibattito sul lavoro minorile e i diritti dell’infanzia. A scuola, ormai la sua storia si legge nelle antologie. Ma, da abitante di una città con i più alti indici di dispersione scolastica, mi chiedo che senso abbia far conoscere la storia di Iqbal se poi la voglia di beni a basso prezzo non ci rende critici sull’acquisto di tante merci che continuano a essere intessute da dita bambine.
  Maria D’Asaro  (“Centonove”, 12.04.2013)                     


5 commenti:

  1. ... o da fabbriche che non rispettano l'ambiente e i diritti dei lavoratori. E' proprio vero, nessuno si chiede perché quel vestito "made in Bangladesh/China/Vietnam" costa così poco...

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  2. Adesso che sono mamma queste storie fanno ancora più male. Oggi ho il cuore che zoppica.

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  3. Io credo che ormai tutti sappiamo, ma adottiamo una colpevole ipocrisia. Oggi in parte giustificata dal crollo del potere d'acquisto delle famiglie, che scatena una guerra fra poveri di serie a e quelli a cui non resta che vendere i propri figli alle fabbriche.

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  4. Non esistono grandi scoperte nè reale progresso finchè sulla terra esiste un bambino infelice
    Albert Estin












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  5. Non posso che associarmi ai commenti precedenti: davvero un piccolo grande eroe. Il problema è che chi tira i fili di questo mercato non possiede la stessa delicatezza di quelle dita bambine, le usa solo per contare il sudicio denaro che ne ricava. Non a caso si dice "fare orecchie da mercante"...

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