lunedì 12 dicembre 2011

Maestri di utopie

A Palermo, ci vivo a due passi, dal fiume Oreto.
Mi chiedo spesso perché questo fiume non sia pulito come quelli dell’Alto Adige. Lo immagino, l’Oreto bonificato: senza rifiuti, affiancato da panchine e aiuole fiorite.
Prima di me, alla sua rinascita, ci ha creduto Antonio Presti: “un catalizzatore che si lascia attraversare dalle utopie (…) la sua missione è quella di dare corpo ai sogni, smentendo la maledizione del non si può fare (…) E’ la sorgente dell’Oreto il suo obiettivo: vuole comprarla e donarla a una comunità di 150 scuole, spingendo gli amministratori a creare il parco che servirebbe alla preservazione dell’ambiente naturale.” Così Roberto Alajmo, ne “L’arte di annacarsi”.
Grazie, Antonio. Grazie a Roberto che ci presta le parole giuste per definirti: “Un siciliano capace di tirare la corda pazza senza strapparla, intrecciandola anzi con quella civile fino a farne una gomena a cui ancorare le proprie utopie.”
Maria D’Asaro                                                  (Pubblicato su “Centonove” 9.12.2011)


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