martedì 9 agosto 2011

Occhio per occhio, casa per casa



Dalla rivista "Cem Mondialità" - Maggio 2011 - una riflessione del missionario Arnaldo De Vidi.

Riflessione che apprezzo e condivido.


Dice un proverbio africano: «È per lo straniero che si uccide il vitello grasso. Se vedi uno straniero, consideralo come un re». Il principio dell’ospitalità fa parte del dna dell’umanità. Il diritto di cercare un luogo dove poter vivere è consacrato dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
C’è poi il motivo religioso. Abitiamo il villaggio globale di cui Dio è «padre e capo-tribù». Lui vuole che noi, suoi figli, condividiamo spazi e beni.
Ma voglio dilungarmi su un terzo motivo. Il Talmud, un libro ebraico di 6 mila pagine, interpreta il detto «occhio per occhio, dente per dente» in una forma inedita: «Se tu accechi una persona, i tuoi occhi devono diventare i suoi occhi, cioè tu devi diventare la guida del cieco…».
Quanto al problema degli immigrati, e siamo al punto che ci interessa, vale il principio «casa per casa». Per secoli (e ancora oggi!) noi del primo mondo abbiamo distrutto la casa del terzo mondo, ora la nostra casa deve diventare la casa dei terzomondiali.

Sì, noi siamo stati «Gulliver» in giro per il mondo, rastrellando e portando a casa nostra quello che trovavamo. Poi abbiamo creato il patriottismo, col sacro principio «ius soli, ius sanguinis» che equivale a dire: «L’Italia è nostra, ce la siamo meritata e guai a chi la tocca».

Abbiamo abbellito il nostro giardino, facendo terra bruciata nel resto del pianeta, dove i poveri faticano a sopravvivere e da dove fuggono (come uno tsunami, disse con espressione infelice il nostro Presidente del Consiglio).

Adesso, in riparazione, dobbiamo aprire le porte a loro, ai terzomondiali.
Nella storia, la formazione degli Stati-nazioni è stata provvidenziale: noi italiani, a partire da 150 anni fa, abbiamo goduto d’identità, coesione e di un crescente welfare (che ora, in tempo di globalizzazione, dobbiamo difendere, perché minacciato). Ma la rigida mappa del pianeta in Stati-nazioni è stata fonte di guerre. Ed oggi in Italia il patriottismo è invocato per essere inospitali.


Giunge l’ora, ed è questa, in cui il patriottismo non è più una virtù.
Mai come oggi diventa stimolante il pensiero di Ugo di San Vittore:
Chi ama la sua patria è un uomo comune;
chi considera ogni terra come sua patria è già più saggio;
ma solo è perfetto chi si considera straniero ovunque.

2 commenti:

  1. un post bellissimo , complimenti !!!
    ciao

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  2. @valerio: grazie per l'attenzione con cui segui il mio blog. Buona estate!

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