giovedì 4 agosto 2011

ACCOGLIENZA



Quando ero ancora un’alunna, il mio professore di religione, un cappuccino che parlava l’ebraico, una volta ha ribadito che sesso e religione sono le dimensioni di cui nessuno può fare a meno. Neppure i cosiddetti “pazzerelli”. Che, grazie a Franco Basaglia, consideriamo ormai per fortuna molto più uguali a tutti noi. A Palermo – ma forse succede in ogni città – capita spesso che una messa sia interrotta dall’ingresso di un “diverso”: ubriaco o fuori di testa che sia. Spesso, chi sta in chiesa guarda l’intruso con un certo fastidio, condito a timore e sorpresa e aspetta pazientemente che l’importuno se ne vada. E il lui o la lei, dopo uno sguardo accorato, quasi sempre va via, inghiottito dal buco nero da cui era venuto.
Chissà, forse gli astanti hanno perduto una buona occasione. Di guardarlo negli occhi. Di regalargli un sorriso. Di ascoltare le sue parole sconnesse. Di accarezzargli le mani.
Maria D’Asaro
(Pubblicato su “Centonove” il 29-7-2011)

2 commenti:

  1. Giustissimo! Spesso chi frequenta la chiesa dimentica che è lì non solo per ripetere una preghiera a memoria. E i "diversi", in chiesa, dovrebbero trovare il conforto più grande.

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  2. @ciao, Veronica! Grazie della visita e della condivisione. A presto!

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