sabato 7 maggio 2011

C'era una volta un caffè...

Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59@libero.it) ha tradotto la fiaba scritta da Sharon Mehdi per la sua nipotina di cinque anni, che nel 2007 ispiro' la nascita del movimento Standing Women (cfr. il sito http://www.standingwomen.org./
Sharon Mehdi e' scrittrice, insegnante, terapeuta, madre e nonna. Apparso sul giornale telematico:
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO: n. 548 del 7 maggio 2011

C'era una volta un caffe' con le finestre che davano sul parco pubblico. Un giorno, un ragazzo che lavorava nel caffe' vide da una di quelle finestre due donne anziane, che sembravano essere rimaste nel parco tutto il giorno. Non si muovevano, non parlavano, erano vestite con i loro abiti migliori e pareva guardassero in direzione del Municipio. Il ragazzo chiese ai suoi colleghi che ne pensassero. Proprietari, lavoratori e avventori cominciarono a speculare su cosa le donne stessero facendo, e tirarono fuori un gran numero di ipotesi.
Una bambina di cinque anni che era nel caffe' prese infine parola e disse: "Una di quelle donne e' mia nonna ed io so cosa stanno facendo. Stanno in piedi la' per salvare il mondo".
Tutti gli uomini nel caffe' risero e schiamazzarono. Sulla strada di casa, il ragazzo decise di chiederlo direttamente alle donne, e la loro risposta fu: "Stiamo salvando il mondo". Quella sera, a cena, il ragazzo racconto' la storia ai suoi genitori, e lui e suo padre risero e schiamazzarono, ma sua madre resto' in silenzio. Dopo cena, la madre chiamo' le sue amiche per narrare loro la vicenda.
Il giorno dopo, il ragazzo guardo' di nuovo dalla finestra, e le due anziane erano ancora la', ma c'erano anche sua madre, le amiche di sua madre e tutte le donne che erano state nel caffe' il giorno prima. Tutte stavano in piedi, in silenzio, con lo sguardo rivolto al Municipio.
Di nuovo, gli uomini sghignazzarono e ulularono e dissero cose di questo tipo: "Non si salva il mondo stando nei parchi, ci vogliono gli eserciti", oppure: "Tutti sanno che bisogna avere striscioni e slogan per salvare il mondo, non si puo' farlo stando semplicemente in un parco".
Il giorno dopo, al gruppo di donne si erano aggiunte anche tutte quelle che erano nel caffe' il giorno prima, e un po' delle loro amiche. Cio' indusse il quotidiano locale ad occuparsene ed il giornalista scrisse un articolo che derideva le donne. Il giorno in cui l'articolo apparve sul giornale, centinaia di donne raggiunsero le altre al parco e stettero in silenzio con loro. Il sindaco disse allora al capo della polizia di sgomberarle, perche' facevano sembrare stupida la citta'.
Quando il capo della polizia disse alle donne di disperdersi perche' non avevano l'autorizzazione a manifestare, una di esse gli rispose: "Siamo solo cittadine che stanno nel proprio parco pubblico, non stiamo tenendo discorsi o facendo una dimostrazione per cui sia necessario un permesso". Il capo della polizia dovette ammettere che era cosi' e le lascio' stare.
A questo punto, nel parco c'erano 2.223 donne incluse la moglie del sindaco, la moglie del capo della polizia ed una bambina di cinque anni, tutte la' per salvare il mondo. La notizia si diffuse velocemente, e presto ci furono donne in tutti i parchi del paese, e poi in tutti i parchi del pianeta.
Avevano preso posizione per salvare il mondo.

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