lunedì 28 febbraio 2011

BENIGNI E LA POESIA

Un pezzo significativo da "La tigre e la neve".
Che serve per far poesia? Tutto. Soprattutto essere innamorati, ci suggerisce il Roberto nazionale.

7 commenti:

  1. Ho sempre amato questa scena del film... la trovo un capolavoro letterario.
    Maria una curiosità...tu scrivi per Centonove quindi? lo sai che io lavoro nell'azienda tipografica che stampa Centonove?? xD che coincidenza!!!

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  2. @Charmless: collaboro con "Centonove" da circa due anni. Ho una rubrica fissa: "150 parole da Palermo", pezzi piccolissimi (150 parole, appunto) che poi inserisco anche nel blog.
    A volte, il giornale pubblica anche delle recensioni, come quella su Foer.
    Che prio, anche questa coincidenza... La tua foto con Ettore è meravigliosa, sai?!

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  3. *_* grazie Mari. E' un polpettino lui. Comunque ora che ho la certezza leggerò con più attenzione quel giornale. Ogni volta a pausa pranzo mi capita di leggerlo.
    Come dire.."buono a sapersi". :)
    E' un piacere enorme per me , averti come mia lettrice! ♥__♥ non capita tutti i giorni di ricevere commenti da una giornalista!!

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  4. @Charmless: che gentile che sei! Comunque, per correttezza, ti dico che non sono (ancora...)una giornalista. Solo una collaboratrice esterna.
    Ripeto, la tua foto con Ettore è una delle più tenere che io abbia visto. Anch'io avevo un cane. Mi manca un casino...

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  5. Ma dai, che sei bravissima! Ti ringrazio ancora per la foto. Mi spiace per il tuo cane, so cosa vuol dire... il mio labrador è morto nel 2004 e tutt'ora non smetto mai di piangere per lui. I cani sono dei diamantini preziosi nelle nostre vite.

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  6. Esilarante, una bussola da consultare quando si smarrisce il sentiero. Ciao Maria, ciao Dipsy, approfitto anche per salutare il Captain e il grande Ettore. "Cribbio". (No, "lui" questa volta non c'entra). Era il nome di un pappagallino verde, il mio. Trovatello, fuggito da chissà quale gabbia. Lo accogliemmo in casa e ci rallegrò le giornate per oltre cinque anni. Spesso lo lasciavamo libero, finestre chiuse perchè non sarebbe arrivato lontano. Partiva dalla mano e sulla mano tornava. Rispondeva ai fischi a grande distanza, spesso si lanciava in strabilianti soliloqui. Dava i bacini. Racchiudeva in sè una misteriosa poesia...

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  7. che meraviglia questo pezzo... mi ricordo ancora che al cinema piansi tantissimo d'emozione...

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