mercoledì 9 settembre 2009

Intervista a Joumana Haddad


[Dal quotidiano "L'Unita'" del 5 settembre 2009 col titolo "Io, che scrivola realta' con le unghie" e il sommario "Intervista a Joumana Haddad, poetessa e scrittrice libanese. Dalle parole alla musica. La poetessa Joumana Haddad e' responsabile delle pagine culturali del quotidiano libanese 'An Nahar', caporedattrice di 'Jasad', rivista in lingua araba specializzata nelle arti e la letteratura del corpo. Ha pubblicato varie raccolte di poesia e diversi racconti. Per il suo In compagnia dei ladri delfuoco (An, Nahr 2006) ha intervistato un gran numero di scrittori, fra i quali Eco, Auster, Handke, Jelinek"]

Poetessa, scrittrice, giornalista e membro del Comitato del libro e della lettura presso il Ministero della cultura libanese. Sono tanti i volti della libanese Joumana Haddad, artista a tutto tondo dalla scrittura graffiante ed incisiva. Nei suoi versi le parole svelano percorsi dell'anima ed esperienze che vengono da lontano, diventando realta' necessaria che non ha paura di svelarsi al resto del mondo. Penna instancabile e dalle mille risorse, ha appena terminato il suo ultimo libro che uscira' l'anno prossimo in Italia. E, sorridendo, racconta che il titolo (rigorosamente top secret)l'ha trovato al suo arrivo in Sardegna. Joumana fino a domani sara' a Seneghe, paese nel centro dell'isola, ospite dell'ultima giornata di "Settembre dei poeti", festival allestito dallo scrittore Flavio Soriga.*

- Francesca Ortalli: Qual e' il valore della parola nell'epoca della comunicazione di massa?- Joumana Haddad: C'e' una grande differenza tra le parole che sono della comunicazione di massa e quelle che appartengono alla poesia. Per me sono queste quelle autentiche, perche', anche se non cambiano il mondo, ci permettono di entrare in fondo alla nostra coscienza. Non sono cosi'utopista e non credo che i versi possano cambiare la realta', pero' possono aiutarci a comprenderla meglio nella sua essenza. Il che, alle volte, puo'farci soffrire.*- Francesca Ortalli: Che cosa intende quando dice di "scrivere con le unghie"?- Joumana Haddad: Vuol dire farlo sulla propria pelle, senza farsi sconti e nessuna concessione. Per questo la mia e' una poesia che si puo' toccare, quasi una ricerca della fisicita' della parola. E' anche andare in qualche modo "contro", con ferocia e durezza. Cerco cosi' di raccontare me stessa, le mie paure, la mia parte nascosta che voglio far emergere senza nessuna ipocrisia.*- Francesca Ortalli: Ne Il ritorno di Lilith si rievoca la figura della donna prima di Eva, l'indomabile che rifiuto' Adamo...- Joumana Haddad: Ci ribelliamo sempre, anche senza essere consapevoli. E'una battaglia quotidiana che facciamo ogni mattina, quando scegliamo di alzarci e di vivere. Puo' essere una forma di ribellione anche continuare a credere che c'e' qualcosa di bello che ci aspetta ogni giorno. Infatti la vita non ha piu' senso se pensiamo di avere avuto tutto. Per questo non bisogna accontentarsi ma cercare di andare sempre avanti, assaporando tutto.*- Francesca Ortalli: Come vede la condizione femminile nel mondo di oggi?- Joumana Haddad: E' un disastro dappertutto, tranne forse che in Scandinavia. Nel mondo arabo e' peggio ma anche in Italia non mi sembra che vada benissimo. Mi rattrista pero' il modo in cui i paesi occidentali vedono le donne arabe, come una grande massa compatta ed omogenea. Invece non e'cosi', anche da noi esistono delle differenze, costruite su piccoli e grandi cambiamenti che sono importanti. Per questo bisogna guardare oltre i cliche'.*- Francesca Ortalli: Cosa pensa delle politiche sull'immigrazione del governo italiano?- Joumana Haddad: Non essendo italiana non mi permetto di dare giudizi. In generale penso che ci siano alcune incomprensioni di fondo. Tutto il movimento migratorio che sta interessando l'Europa ha provocato reazioni di diverso tipo. La paura di quello che in qualche modo non ci appartiene e vediamo come "straniero" ha prodotto da un lato una reazione di difesa, e dall'altro l'esasperazione di alcuni aspetti del mondo islamico. E' come se ci si volesse "autoproteggere" dalla societa' occidentale. Non e' un caso che in Europa ci siano moltissime donne velate. Questo e' diventato per la coscienza europea un modello assoluto. Un altro aspetto importante riguarda l'atteggiamento di superiorita' con cui l'occidente guarda i paesi arabi. Questo ha creato non pochi problemi: torto o ragione non stanno da una sola parte. C'e' sempre un atteggiamento sbagliato quando si creano motivi di conflitto cosi' gravi da non poter essere superati con il dialogo.

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