giovedì 21 maggio 2009

QUANDO CHIAMIAMO GLI ALBERI PER NOME E COGNOME


Chi si fosse trovato, domenica mattina, a passare per il Foro italico e per via Lincoln, avrebbe notato un assembramento “sospetto”: un gruppo che, passeggiando, sostava a ogni albero incontrato. Passeggiata “arborea”, appunto, grazie ai buoni uffici di un autodidatta, Jan Mariscalco, formatosi su “Arborea” di Mario Pintagro, testo/base per gli alberi palermitani. E, tra un’eritrina e una sterculia, mi chiedevo se la distrazione e l’incuria che tanti di noi mostrano per piante e alberi non derivi anche dall’ignoranza per i loro nomi. Pochissimi sanno che gli alberi hanno un nome e un cognome, proprio come uomini e donne. Appartengono a una famiglia (ecco il cognome), all’interno della quale hanno una loro specificità (ecco il nome): sig. Pino Cembro, sig. Acero Campestre, sig.a Acacia Dealbata Mimosa, …
Non abbiamo forse uno sguardo, un riguardo diverso verso chi conosciamo per nome? Forse, quando li chiameremo per nome, cominceremo a considerare gli alberi Cosa nostra. O, a scanso di equivoci, nostri fratelli minori. O maggiori, viste le dimensioni.
(pubblicato La Repubblica-Palermo, il 20.05.09)

Nessun commento:

Posta un commento