domenica 22 marzo 2009

LE VAMPE DI SAN GIUSEPPE


Mercoledì sera c’erano tutti: Filippo, Oreste, Antonella, Rosario, Toni, Salvo, Paolo, Nancy….
Concentrati in uno scampolo di marciapiede, a guardare le fiamme che divoravano allegramente le cose vecchie. Che la tradizione vuole che si gettino via, la vigilia di san Giuseppe. I più grandi ronzavano in motorino, volteggiando davanti alle vampe, gli altri ostentavano una silenziosa indifferenza. Nei movimenti e nei gesti di sempre, mi pareva di leggere una certa quieta baldanza: non potevano confessarlo, ma l’antico miracolo del fuoco continuava ad affascinarli e aveva avuto il potere di tenerli fermi per un’ora buona, a contemplarlo. A scuola, spesso, non siamo capaci di tenerli impegnati per dieci minuti. La fiamma della nostra cultura non attecchisce affatto sulle loro menti. Chissà, se mercoledì sera fossimo stati insieme a loro a guardare la vampa, forse oggi avremmo potuto avvicinarli dicendo: “Com’erano alte le vampe ieri sera… Si stava bene vicino al fuoco…”

(“Centonove”: 20.3.09)

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