venerdì 13 marzo 2009

Caos calmo: una panchina in stand-by


Arriva prima o poi nella vita di ogni uomo/donna un tempo in cui è necessario premere, come in un computer irrimediabilmente ingolfato, il tasto “reset”. Per Pietro Paladini, professionista di successo, questo momento arriva quando - proprio mentre si era gettato in mare a salvare una donna che stava annegando – muore all’improvviso sua moglie. E il protagonista viene catapultato nell’imbarazzante condizione di vedovo a fronteggiare la sua solitudine e la condizione di genitore unico della figlia ragazzina.
A questo punto Pietro sceglie come luogo fisico della sua “riformattazione” la panchina del giardinetto posto sotto la scuola della figlia. Da cui osservare insieme se stesso e il microcosmo che ha vicino: la belloccia a passeggio con il cane, i genitori che portano a scuola i figli - compresa la mamma di un ragazzino down per il quale Andrea si ritrova a compiere una sorta di quotidiano gioco rituale che riesce a farlo sorridere - il barista che, all’occorrenza, cucina un buon piatto di pasta con i broccoletti….
E accade che, dall’immobilità inusuale e un po’ folle della sua panchina, quasi suo malgrado, riesca a mettere pian piano in movimento tutti quelli che gli si avvicinano. E alla fine, a “riavviare” anche se stesso.
Film delicato e convincente: felice l’intuizione di mostrare il mondo interiore del protagonista attraverso la lettura ad alta voce dei suoi pensieri in libertà, buona la sceneggiatura, azzeccata la recitazione di Nanni Moretti, che ci offre una prova da attore quasi complementare a quella, magistrale, de “La stanza del figlio”. Dove il lutto e la sua quasi impossibile elaborazione erano elementi tragici, mentre nell’ossimorico “Caos calmo”, Nanni/Pietro riesce a raccontare e a dissolvere la sua solitudine nei toni lievi di una gradevole commedia.

Nessun commento:

Posta un commento