venerdì 23 gennaio 2009

OGNI COSA AL SUO POSTO


“Ogni cosa al suo posto” era il ritornello ripetuto da mamme e zie a noi ragazzette cresciute negli anni ’60 tra il nuovo che avanzava - Beatles e Nutella - e l’antico di immutabili regole genitoriali.
Ora, gettare bucce di patate, torsoli di “sparacelli” e cipolle muffite assieme alla spazzatura, mi pare proprio mettere le cose fuori posto, disobbedendo quasi a una ancestrale vocina interna. Sogno allora che io e le mie vicine depositiamo i resti vegetali e gli eventuali scarti alimentari (per gli esperti “frazione umida organica”) in un capiente secchio che poi provvederemo a svuotare - o lo farà per noi un valoroso giovanotto disoccupato - nel vicino e vasto terreno coltivato.
Chissà se la nostra triste periferia, già nota all’intero Paese perché a un chilometro vi celebrava messa il coraggioso don Puglisi, questa volta non balzerà agli onori della cronaca per l’utile gesto di venti casalinghe ecologiste...

“Centonove”, 31.10.08

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